Riforma della legge sull’IVA
Ad inizio dicembre 2022 il Parlamento ha approvato la riforma della legge sull’imposta sul valore aggiunto. Tra le altre cose vi sono le seguenti maggiormente significative modifiche concernenti il contesto imprenditoriale:
Obbligo di rettifica dell’IVA recuperata se il debito è scaduto dopo lo spirare di 100 giorni dal termine di scadenza
Per il cliente si introduce l’obbligo di eseguire la rettifica dell’IVA recuperata su merci o servizi acquistati, dal prezzo su cui è stata richiesta l’IVA, se non venisse parzialmente o totalmente saldato il debito entro 100 giorni dopo la sua data di scadenza. Siffatta riforma persegue le finalità di miglioramento della disciplina di pagamento nei rapporti commerciali e la riduzione delle evasioni nel pagamento dell’IVA.
Nuova definizione di credito irrecuperabile
Siccome la sopra illustrata modifica alla rettifica dell’IVA recuperata è strettamente legata all’istituto della rettifica della base imponibile per il fornitore di merce o servizi, con la riforma della legge vengono incisivamente semplificate le condizioni del sorgere di un credito irrecuperabile ai fini della legge sull’IVA. Ciò rappresenta il presupposto fondamentale per l’esercizio del diritto alla rettifica della base imponibile nei casi in cui il creditore non ottenesse la controprestazione per la merce o per il servizio da esso fornito. Non sarà credito irrecuperabile solo quel credito che viene escusso in una procedura esecutiva, ma anche quello dalla cui scadenza siano spirati 150 giorni e laddove il momento dello spirare dei 150 giorni dalla scadenza avvenga solo dal 1/1/2023. Devono inoltre essere soddisfatte anche le seguenti condizioni:
- se l’importo del credito è di al massimo 1.000 euro, IVA inclusa, allora sarà per l’avveramento delle condizioni legali di irrecuperabilità sufficiente che il fornitore (pagatore IVA) dimostri di aver compiuto qualsiasi atto diretto all’ottenimento del saldo del credito (per esempio, un sollecito),
- se il credito è di importo superiore a 1.000 euro, IVA inclusa, il pagatore IVA deve dimostrare che sta escutendo il credito attraverso un ricorso in giudizio, eccetto il giudizio arbitrale,
- se l’importo del credito è superiore a 1.000 euro, IVA inclusa, il pagatore IVA deve dimostrare che sta escutendo il credito in una procedura esecutiva secondo una norma speciale.
Determinazione dell’importo dell’IVA recuperata in caso di furto della merce dall’anno 2023
Nel caso di furto di patrimonio, presso un pagatore IVA, con prezzo di acquisto inferiore a 1.700 euro (per esempio, un furto del computer aziendale) e con periodo di utilizzabilità superiore ad un anno, si terrà conto dell’usura del patrimonio in sede di calcolo dell’IVA recuperata. Si applicherà in tal sede la finzione legale di valutazione di tale patrimonio e si guarderà a tale patrimonio come patrimonio ammortizzato con periodo di ammortamento di 4 anni. Qualora tale merce avesse più di 4 anni, il pagatore IVA non avrà l’obbligo di rettificare l’IVA recuperata a titolo di furto di tale merce.